domenica 10 giugno 2007

sinossi del romanzo "Quando piove"

Sinossi intorno al mio romanzo “Quando piove”.

Il soffio della trama.
La Villa è un complesso di strutture così potente da essere il punto di riferimento del Paese. Ne fanno parte gli ambulatori medici, un centro di accoglienza per profughe, una casa di riposo.
Ma nella Villa nulla è come sembra.
Gli ambulatori sono ombre di accordi illeciti tra medici legali, il centro di accoglienza è inganno vestito da buonismo, la casa di riposo è il luogo dove avvengono morti misteriose.
In un crescendo di eventi imprevisti, la tensione gioca con le debolezze dei personaggi, mentre la poggia cade su invidie, sospetti, indagini impossibili. Su cadaveri che continuano a vivere e su vivi che sono morti dentro.
Una patologia sociale che scorre oltre i confini della Villa, fino a precipitare in un colpo di scena privo di consolazione.

Il respiro dei personaggi.
La storia si apre con gli occhi di Edoardo Salina, anziano “parcheggiato” all’interno della casa di riposo. La sua prospettiva è la riflessione che osserva gli avvenimenti senza corse, in un senso di ironia spesso sussurrato da amarezza. Amarezza per le maschere della società, per la morte misteriosa del suo amico Santino, per l’arrivo inaspettato di una nipote rude e sconosciuta.
È acuta la sua osservazione, forse allenata da anni di professione medica, forse stimolata da un punto oscuro del suo passato. Così acuta da portarlo a ricostruire un rapporto con l’amico Santino, anche dopo la sua morte. Inoltre, la sua capacità di vedere oltre le maschere gli permette di instaurare un rapporto di complicità con Valentina Laghi, nonostante la chiusura della donna.
Intorno a lui, si muovono altri ospiti della casa di riposo: suor Adelaide, pietra di espressione e parole, responsabile della struttura; Federico Coristi, altro amico di Salina, vecchio dalla giocosità di un bambino e dall’ironia che morde oltre le convenzioni sociali; Maria Ludovica Lusacchi, donna inacidita e snob, che tuttavia non riesce a fare a meno della compagnia goliardica di Salina e Coristi e che ha un segreto nel cuore; Mario Borgasio, ex politico, che non ha perso lo slancio di tuonare contro l’avanzata dei barbari extracomunitari.
Altri personaggi principali corrono in parallelo alle vicende di Edoardo Salina, fino ad incontrare l’anziano ospite o ad annullarsi nell’esplosione finale.
Il Cavaliere Giangiacomo Tosarelli. Non è un uomo, ma un capo-branco. Almeno, lui si considera tale e vede il resto dell’umanità, compreso suo figlio, come il resto del branco da dominare, soggiogare. E annientare. Ha costruito l’impero della Villa su diramazioni di accordi illeciti con il sistema assicurativo privato e con la complicità di due medici-legali, Alfonso Vasari ed Enzo Govatti. Ma le sue conoscenze si estendono a personaggi della politica, anche estera. È il potere assetato di se stesso, che non si ferma davanti a nulla. E infatti, nel giro di poco tempo, la Villa si arricchisce di un centro di accoglienza per donne profughe infibulate, il Centro Sahel, orgoglio di bontà per tutto il paese e nuova fonte di reddito e immagine per il Cavaliere. La realtà celata in questo centro si svelerà ben più tragica delle misteriosi morti che turbano la quiete della Villa.
Sì, perché c’è chi sta violando la paradisiaca maschera del Cavaliere: le tombe degli ospiti della casa di riposo sono profanate; e qualcuno di questi allegri nonnini muore in circostanze misteriose. Giangiacomo Tosarelli agisce come solo il capo-branco sa agire: macinando distruzione sul suo cammino.
Enzo Govatti è il medico-legale fiduciario delle Compagnie Assicurative. A lui vengono affidati gli incarichi di valutare il danno alla persona. E il suo criterio è semplice: trovare un accordo con gli studi medici privati di Tosarelli, anche se questo significa falsare la valutazione. Anche Govatti ha sete di potere, ma non conosce i suoi limiti. Ha bisogno di sentirsi gratificato, soprattutto dallo stesso Cavaliere. Ecco perché tenta di indagare sulla prima morte degli ospiti della casa di riposo, anche se la sua ricerca è solo inganno e debolezza. La massima soddisfazione di questo medico rispettato è masturbarsi spiando donne.
Alfonso Vasari è un medico legale di grande esperienza e grande pancia. Direttore dell’Istituto di Medicina Legale e mentore di Valentina Laghi, non disdegna il buon cibo in compagnia di Tosarelli e Govatti. E, se per questo, nemmeno accordi illeciti con i due compagni. Ma dentro il suo adipe nasconde un segreto così amaro e profondo, da portarlo nel corso del tempo a giocare una nuova partita. Solo con se stesso e fino alla fine.
Valentina Laghi è l’altro personaggio, dopo Salina, a cui sono affidate le parti in soggettiva della narrazione. È una dottoressa specialista in medicina legale, che ha abbandonato il mondo assicurativo privato gestito da Govatti e che per questo è stata trattata come una “paria”, fino a quando il professor Vasari non l’ha accolta in Istituto. Donna apparentemente insicura, chiusa, melanconica, diventerà in parte complice degli accordi tra i potenti. Ma si tratta di una complicità fragile, che si spezza a partire dal tragico e misterioso incidente in cui muore il suo ragazzo e che la rende invalida. E che la porterà a fare i conti con dubbi crescenti, alimentati dalla conoscenza di Edoardo Salina e del magistrato Masetti. Fino a trovare una soluzione folle e banale allo stesso tempo. Una soluzione che contribuirà a fare crollare le maschere della Villa.
Daria Masetti è il magistrato chiamato ad indagare sulle morti che avvengono alla Villa. Rude, nel profilo e nelle parole, si scontra subito con il potere e perde l’autorizzazione a proseguire. Ma è testarda, come capisce bene suo zio, Edoardo Salina, ritrovato dopo decenni di silenzi e rancori.
Maurizio Santino è il grande amico di Salina. E il primo a morire in modo misterioso. Ma torna nei sogni dell’amico, e forse anche oltre, con una carica di ironia che lo rende più vivo di tutto il mondo reale, fatto di malinconie, piogge e inganni.


Giovanni Sicuranza



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