giovedì 7 giugno 2007

Una presentenzione del medesimo







homo interrogans, ovvero Giovanni Sicuranza, specialista in Medicina Legale.
Attualmente vive nei dintorni di Bologna.
Ha svolto il ruolo di Consulente presso la Procura di Bologna e di Brescia e il Tribunale del Lavoro di Bologna.
Dopo una noiosa parentesi nel settore assicurativo privato, dal 2005 si occupa di Medicina Previdenziale, con diagnosi e valutazione di: stati di inabilità, invalidità (civile, guerra, INSP, ecc.), handicap, cause di servizio, infortuni e malattie professionali, etc.

Nel dicembre 2006 è uscita la sua prima raccolta di racconti dal titolo “maschere” (Giraldi Editore, Bologna), scritta con lo pseudonimo di homo interrogans; prefazioni di Eraldo Baldini e Valerio Evangelisti.


Nello stesso periodo il suo racconto “previsioni”, finalista del concorso “Racconti metropolitani”, è stato pubblicato nell’antologia
Tropico d’asfalto ed altri racconti” (Edizioni EDUP).





Un’ulteriore, ampia raccolta di racconti, “Città di Solitudine”, scritta con altri due autori (chatto ergo sum, sandrolorena), attende vento favorevole per essere conosciuta dal pubblico.

Al momento (ottobre '07) ha scritto due romanzi noir con pennellate storico-sociali, “Quando piove” e "Lungo il vento".

La presenza editoriale è in aggiormanento sui post successivi.

Presente sul sito http://www.zaffoni.it/, curato da Bruno Zaffoni, stazione di riferimento di scrittori noir del calibro di Alan D. Altieri, Carlo Lucarelli, Sabina Marchesi, Angelo Marenzana, Wu Ming, ecc.



Esegesi di uno scrittore. Sono stato definito un autore noir. In questo stile spesso mi riconosco, per caso e non per scelta: si tratta di una mia "formazione" o "deformazione" creativa, non della ricerca di un genere che, almeno attualmente, va di moda.

I miei personaggi si muovono comunque in storie che li spingono al limite, al surreale (non a caso, se proprio devo sintetizzare il mio stile, preferisco definirlo “vagabondo tra il surreale e il noir”).
Questo ha vari scopi.
Svelare ulteriormente le debolezze del personaggio o di chi gli sta intorno spingendo al limite la situazione.
Mostrare a cosa si può arrivare nell’attimo in cui si sceglie la morte (la propria o quella altrui). Infine, particolare importante, ricorda il mio tema dominante: quello delle maschere (qui non mi dilungo, ma rimando alle prefazioni di Eraldo Baldini e Valerio Evangelisti presenti nell’omonima raccolta pubblicata da Giraldi Editore).
In linea con questo mio pensiero, i personaggi che creo hanno volutamente gesti “teatrali”. Ad esempio, uno dei suicidi più paradossali che mi vengono in mente è quello riportato nella trilogia “gli artisti della morte” (presente in “Città di Solitudine”). Ma ci sono molte altre "teatralità" lungo il mio scrivere (a partire dalla raccolta “maschere”).
Ancora per fare un esempio, proprio pensando alle maschere che indossiamo nel quotidiano, il romanzo “Quando piove” non si divide in “parte” prima, seconda eccetera, ma in “atto” primo, eccetera. Come nel luogo per eccellenza dove le maschere sono rappresentate: il teatro.
Per finire, aggiungo un ponte tra realtà e fantasia.
Durante la mia professione di medico legale, ho visto morti, da omicidio, e soprattutto suicidio, così “assurde” nella preparazione dell’atto estremo, che a leggerle in un racconto risulterebbero inverosimili.
Il rapporto che abbiamo con la morte è davvero complicato, profondo, unico e ci spinge a compiere anche scelte da “letteratura”.

Giovanni Sicuranza - homo interrogans

per contatti:
homointerrogans@hotmail.it / 3382190804

Se qualcuno ha almeno un neurone acceso di curiosità: un'intervista, che approfondisce parte dell'interrogans-pensiero, è presente sul periodico "Thriller magazine" (
http://www.thrillermagazine.it/rubriche/4668 )

N.B.: tutta la produzione di Giovanni Sicuranza - homo interrogans - è tutelata dalle leggi sui diritti d'autore, o presentata a testimoni ufficiali, e datata, prima della pubblicazione.

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